È pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea L 100 del 23 marzo la decisione di esecuzione UE 2021/488 della Commissione del 22 marzo 2021 che modifica le decisioni di esecuzione (UE) 2020/174 e (UE) 2020/1167 per quanto riguarda l’uso delle tecnologie innovative approvate in determinate autovetture e determinati veicoli commerciali leggeri alimentabili a gas di petrolio liquefatto, gas naturale compresso e E85. Con il provvedimento, la Commissione inserisce tra le “tecnologie innovative” ai fini della riduzione delle emissioni di CO2 di auto e furgoni il mild hybrid o ibrido leggero a 12/48 volt sui mezzi a Gpl, metano ed E85. In particolare, il massimo organo esecutivo dell’Unione europea, alla luce delle richieste di numerosi costruttori automobilistici ( Škoda, Ford, Renault, Fca, Seat, Volkswagen, Citroën, Peugeot, Psa e Opel) ha esteso il “sistema premiante” per il calcolo dei valori di emissione della CO2, finora limitato ai veicoli a benzina e diesel, anche ai veicoli a gas (mono e bi-fuel) dotati di motogeneratori in grado di recuperare l’energia nei rallentamenti, immagazzinarla in una batteria dedicata e utilizzarla nelle successive accelerazioni, alleviando così il compito del motore termico e quindi i consumi.
A seguito di questa importante notizia, Assogasmetano è intervenuta con il seguente il Comunicato Stampa:
E’ necessario riconoscere l’importante contributo che può venire dal biometano
Finalmente il Mild hybrid anche su autoveicoli a gas
Assogasmetano: La decisione della Commissione Ue di approvare i sistemi mild hybrid anche sulle vetture e i furgoni a gas è un ottimo segnale per contribuire al taglio della CO2, ma occorre riconoscere anche il contributo del biometano.
I sistemi Mild Hybrid possono essere installati anche su auto a gas (metano, GPL ed etanolo), grazie alla recente decisione di esecuzione UE 2021/488 del 22 marzo 2021, con la quale la Commissione Europea ha approvato e supportato l’installazione da parte delle Case dei sistemi mild hybrid anche sulle vetture e i veicoli commerciali leggeri a metano, GPL e etanolo. Le soluzioni che potranno essere adottate saranno quelle relative ai sistemi mild hybrid di due tipi: uno relativo agli alternatori a 12 volt e uno ai generatori-starter a 48 volt associati a un convertitore CC/CC a 48 volt/12 volt. Il risultato di queste applicazioni sarà il riconoscimento di un ulteriore abbassamento delle emissioni in fase di omologazione, secondo specifici fattori per il tipo di carburante utilizzato, indicati nell’allegato dello stesso atto. Quanto stabilito potrà aiutare le Case automobilistiche a rispettare i target comunitari sulle emissioni di CO2. Viene infatti chiarito che i risparmi di CO2 “ottenuti grazie alle tecnologie innovative possono essere determinati anche quando queste sono installate in veicoli a GPL, GNC e E85”.
Commentando l’importante decisione, il Presidente di Assogasmetano, Flavio Merigo, ha dichiarato: “Finalmente a Bruxelles si sono resi conto che l’utilizzo dei carburanti alternativi, in particolare il metano e il biometano, è una risposta importante e immediata per supportare la transizione verso la decarbonizzazione dei trasporti. Era già da tempo evidente che l’ibridizzazione dei veicoli a metano porta ad un ulteriore abbassamento delle emissioni di CO2, già di per sé inferiori alla benzina e al diesel, mancava solo il riconoscimento normativo e siamo lieti che sia finalmente arrivato. Ci auguriamo che i costruttori colgano questa occasione per proporre veicoli ibridi a metano, che, nel caso in cui utilizzino biometano, porterebbero l’impatto complessivo a livello dell’elettrico, se si considerano tutte le emissioni, generate nel ciclo LCA (Life Cycle Assessment)”.
A tal proposito Merigo ritiene inoltre che debba essere al più presto riconosciuta e certificata a livello comunitario la ulteriore riduzione delle emissioni nel caso di utilizzo di biometano o miscele metano-biometano e metano-idrogeno. “È noto e ormai universalmente riconosciuto come il biometano, quale biocarburante avanzato, sia in grado di ridurre le emissioni di CO2 in maniera proporzionale al suo impiego, se miscelato al metano, fino al completo azzeramento, se utilizzato al 100%. Se guardiamo il mercato nazionale, l’attuale quota di biometano immesso nella rete distributiva è pari al 19%. Ciò significa che i veicoli a metano circolanti, hanno già emissioni inferiori a quelle dichiarate dal costruttore in fase di omologazione. Sarebbe ora che anche il legislatore europeo se ne accorgesse e riconoscesse questo status ai veicoli a metano. La filiera nazionale produttiva e distributiva del biogas-biometano, che risulta essere uno dei settori a maggiore intensità occupazionale ed ha già favorito la creazione di oltre 6.400 posti di lavoro permanenti, sta già immettendo in rete oltre 160 milioni di metri cubi di biometano, quota che è prevista in continua crescita, grazie ai numerosi progetti già avviati”.
Allegati:
Comunicato Stampa: Finalmente il Mild hybrid anche su autoveicoli a gas