Studio sui carburanti rinnovabili del Cluster Mobilità
Assogasmetano ha preso parte al tavolo istituzionale convocato dalla Regione Lombardia, in collaborazione con il Cluster Lombardo della Mobilità, per sottoscrivere un nuovo manifesto sui biocarburanti rinnovabili per la mobilità sostenibile.
In questa ottica, la Regione Lombardia ha affidato al Cluster Lombardo Mobilità la definizione di uno studio sui carburanti rinnovabili. Il focus del lavoro, che ha visto la partecipazione e contributo di molti soggetti aderenti al Manifesto dell’automotive aggiornato, è stato dunque l’analisi di diverse fonti energetiche, mettendo a confronto la pluralità di soluzioni disponibili nel breve, medio e lungo periodo, con riguardo all’intero ciclo di vita del veicolo e del carburante/vettore energetico impiegato. Nello studio, si mettono a confronto i seguenti carburanti rinnovabili: Biometano e Bio GLN; HVO (olio vegetale idrotrattato); E-fuels (electrofuels); Idrogeno; Bio-GPL; DME-rinnovabile. Vengono analizzati non solo i vantaggi in termini di emissioni durante il consumo, ma anche la capacità attuale di produzione, le quantità in dotazione, il potere energetico, il costo di produzione, la scalabilità industriale, in un approccio tecnologicamente neutrale e razionale, sulla base di una omogenea comparazione dei dati. Le grandezze considerate sono: il potere calorifico espresso in kWh per ogni chilogrammo di carburante, le emissioni conseguenti (considerando sia il veicolo in esercizio che il suo intero ciclo di vita), i volumi disponibili nel tempo, il costo al chilogrammo, l’esistenza delle reti di distribuzione, le competenze attuali e necessarie lungo l’intera filiera, la normativa e gli incentivi per l’innovazione, la produzione e i consumi.
Biocarburanti valida alternativa per decarbonizzare
Le conclusioni sono confortanti, i carburanti alternativi danno un contributo significativo alle necessità ambientali, a parità di motore. Per questo, per la Lombardia è necessario promuovere misure concrete a sostegno della filiera e delle attività di ricerca e produzione, perché queste potrebbero colmare, strada facendo, la distanza che c’è ancora in termini di disponibilità o di costi e di facilità nel reperimento e nella distribuzione. Questa è la strada che l’assessore lombardo allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, con la collaborazione di tutto il “sistema lombardo” ha deciso di seguire, coinvolgendo anche le istituzioni sovraregionali. Quanto sia importante affrontare nel migliore dei modi la transizione del settore automotive risiede nei suoi numeri: puntando solo sull’elettrico si corre il rischio di perdere 15mila posti di lavoro solo in Lombardia e 70mila in tutto il paese. Lo stop al motore endotermico, senza valutare soluzioni alternative e comunque sostenibili a livello climatico, provocherebbe dunque l’interruzione di molte attività per l’impossibilità di gestire una riconversione repentina con il conseguente crollo dell’intera filiera automotive e il rischio di una perdita di competitività del settore produttivo europeo nello scenario globale, anche a vantaggio di altri continenti.
Appello per la messa in rete dei biocarburanti
La Lombardia, che è parte dell’Alleanza europea delle Regioni Automotive, con la ricerca realizzata dal Cluster Lombardo Mobilità lancia al governo italiano e alle autorità sovraregionali la richiesta di arrivare «alla messa in rete dei biocarburanti». In particolare, è in questa logica che arriva la richiesta del “sistema lombardo” alle istituzioni affinché «l’aggiornamento del manifesto lombardo possa dare un’accelerazione alla riduzione dell’impatto ambientale attraverso la messa in rete dei carburanti rinnovabili sul maggior numero di autoveicoli attualmente in circolazione». Si tratta di «una sfida certamente complessa ma che fino a due anni fa sembrava impossibile e che ora trova sempre più consensi e conferme scientifiche».