Il 25 maggio scorso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il d.p.c.m. riguardante la rimodulazione degli incentivi per l’acquisto di veicoli a basse emissioni inquinanti. La misura (cosiddetto decreto ecobonus), promossa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy guidato dal ministro Adolfo Urso, ha stanziato risorse pari a 950 milioni di euro.
Obiettivo del provvedimento è incentivare la rottamazione delle auto più inquinanti (da Euro 0 a Euro 4) che oggi rappresentano il 25 per cento del parco circolante. Con questa finalità, è agevolato l’acquisto di auto elettriche, ibride plug-in e a motore termico con un livello di emissioni di CO2 fino a 135 g/km. È anche previsto un contributo fino a 2.000 euro per l’acquisto di veicoli usati di classe Euro 6 con emissioni fino a 160 g/km CO2, a fronte della rottamazione di un’auto fino ad Euro 4. Il provvedimento introduce anche un contributo – 10 milioni di euro – volto a incentivare la trasformazione a metano o gpl di auto a carburanti tradizionali con classe da Euro 4 in su: 800 euro per gli impianti a metano e 400 euro per quelli a gpl. Su quest’ultimo provvedimento il presidente di Assogasmetano, Flavio Merigo, è intervenuto con alcune considerazioni.
“Importante è il segnale che si vuole dare al mercato. Abbiamo la necessità di far ripartire le immatricolazioni di veicoli a metano, che hanno subito un forte calo dopo la crisi del prezzo, per far ritornare quell’utenza che ha sempre trovato nel gas naturale un carburante che coniuga le esigenze di mobilità con un costo del trasporto sostenibile”. C’è però bisogno di affiancare altri strumenti. Oltre alla conversione delle auto sarebbero utili ulteriori iniziative, anche a livello governativo, affinché i costruttori rimettano sul mercato veicoli alimentati a gas naturale, al momento quasi del tutto scomparsi.
Soprattutto quei modelli che hanno avuto grandissimo successo come la Panda Natural Power, che attualmente non è più prodotta. “Serve uno sforzo ulteriore – prosegue Merigo. Bene l’incentivazione del retrofitting, però chi oggi vuole un’auto nuova a metano non la trova. A tal proposito – partendo dalla considerazione che la rete del metano per auto distribuisce già oltre l’80 per cento di biometano (e presto tale quota arriverà al 100 per cento, completando così l’opera di decarbonizzazione di questo specifico settore) – il Mimit dovrebbe stimolare i produttori a rimettere in commercio veicoli alimentati a gas naturale”.
Molti costruttori – proprio perché gli utenti erano atterriti dal fatto che la crisi dei prezzi si prolungasse – avevano deciso di sospendere la produzione di auto a metano. Oggi, con i prezzi del gas naturale ritornati a livelli assolutamente competitivi rispetto agli altri carburanti, si assiste a un ritorno alla richiesta di tali veicoli.
“L’utenza sta di nuovo chiedendo auto a metano – conclude Merigo – ma non le trova. In un momento in cui l’80 per cento del gas naturale consumato per autotrazione è biometano, è fondamentale un rilancio di questa importante filiera nazionale, che può fornire un contributo fondamentale sulla strada della decarbonizzazione dei trasporti”.
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