Riportiamo di seguito il comunicato stampa si Snam, nel quale ha intenso evidenziare le potenzialità del biometano nei trasporti.
“C’è chi lo usa per competere nei gran premi “green” e chi lo utilizza per consegnare merci con un Tir. Il biometano mai come oggi ha un grosso potenziale nel settore della mobilità e dei trasporti sostenibili, agendo come attore nella decarbonizzazione e nello sviluppo dell’economia circolare. È notizia di questi giorni l’avvio in Sicilia, ad Assoro, di un impianto di produzione di biometano dagli scarti e dai sottoprodotti agricoli, realizzato da IES Biogas e gestito dalla società Iniziative Biometano, partecipata da Snam4Environment. E mentre la francese Vision Automobiles a Parigi punta su un prototipo rivoluzionario, non a caso chiamato 1789, per portare sulla pista di Le Mans il primo motore da corsa a biometano, i costruttori più commerciali come Fiat, Audi, Seat e Volkswagen offrono soluzioni a gas naturale anche per la mobilità privata.
Oltre a salvaguardare l’ambiente e a rendere possibile un considerevole risparmio economico, questi veicoli sono perfettamente compatibili con il biometano, e aprono quindi la strada a una mobilità ancora più green. Inoltre, sono ormai sfatati alcuni (falsi) luoghi comuni che ne avevano parzialmente frenato la diffusione. Innanzitutto quello della pericolosità. Le auto a gas naturale vengono sottoposte agli stessi crash-test di quelle a benzina o a gasolio; il gas naturale si incendia più difficilmente della benzina e in caso di perdite si disperde verso l’alto, visto che è più leggero dell’aria. Questo significa che non ci sono limitazioni di parcheggio nei garage sotterranei, al contrario delle vetture a Gpl, che non possono scendere sotto il piano -1, secondo quanto prescritto dalla legge.
Inoltre, esistono oggi sul mercato anche modelli premium, a testimonianza del fatto che gas naturale non significa più solo convenienza e compatibilità ambientale, ma anche performance.
Il gas naturale è un pilastro della mobilità sostenibile perché la combustione genera valori molto inferiori (variabili a seconda del tipo di auto) rispetto alla benzina e al gasolio in termini di CO2 e ossido di azoto (NOx) e nulli per quanto riguarda il particolato (PM10).
Quando è bio, oltre a essere un carburante green dà anche un contributo all’agricoltura, alla valorizzazione dei rifiuti organici e a uno sviluppo della filiera in un’ottica di economia circolare e sostenibilità ambientale. La produzione del gas naturale bio può derivare infatti da tre attività differenti: l’agricoltura, utilizzando scarti zootecnici e colture vegetali ottenute da terreni marginali; dagli scarti della filiera alimentare, con la frazione organica del rifiuto solido urbano, un classico esempio di economia circolare.
Oltre al CNG (gas naturale compresso) che fa viaggiare le automobili, anche il GNL (gas naturale liquefatto), ideale per i camion, può essere “bio”. Proprio i trasporti pesanti, caratterizzati da lunghe percorrenze e perciò non compatibili con l’elettrificazione, rappresentano il segmento potenzialmente più favorevole a una penetrazione del biometano, che grazie alla realizzazione di piccoli liquefattori potrebbe essere prodotto direttamente in Italia, con il conseguente abbattimento dei costi di logistica e approvvigionamento.
Gli ambiziosi obiettivi di mobilità sostenibile dicono che il gas naturale bio nel 2030 può arrivare a rappresentare in Europa il 40% del metano per autotrazione consumato dall’intera flotta di veicoli tra automobili, camion e autobus.”
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