Riportiamo il testo dell’intervista rilascia dal Presidente di Assogasmetano, Flavio Merigo, al giornalista Luca Pagni di “La Repubblica“, sulla crisi che si sta abbattendo sul nostro settore.
Premessa: Con la crisi dei prezzi del gas, un pieno per le vetture a metano – in alcuni distributori – costa più di un pieno per auto a gasolio. Il presidente di Assogasmetano, Flavio Merigo propone di accellerare il passaggio alle nuove tecnologie verdi per preservare la leadership. Il fatto è noto: in alcuni distributori, un automobilista con auto a metano paga il pieno di più di uno che ha una macchina diesel.
Tutta colpa della corsa dei prezzi del gas naturale, raddoppiati da inizio anno e aumentati di oltre il 400% dalla prima metà del 2020. Con una doppia conseguenza: il pieno costa sempre di più, come abbiamo visto, mentre si sono fermate le vendite di modelli alimentati a metano.
Una situazione che allarma tutto il settore che teme una fuga dei consumatori, spinti sempre di più verso l’auto elettrica, ora che anche metano e gpl non sono più economici come fino a pochi mesi fa. Un problema che è soprattutto italiano, che da sempre ha una filiera molto importante nella mobilità a metano.
Ma cosa fare nell’immediato e quali provvedimenti si possono prendere per evitare che in futuro una crisi energetica metta in ginocchio il settore e colpisca le tasche degli automobilisti? E cosa succederà alla filiera dell’auto a metano con il passaggio alla green economy, seguendo le direttive Ue per abbattere da qui al 2050 le emissioni di CO2? “Cominciamo con il dire che i primi colpevoli siamo noi europei che non ci siano mossi per tempo”, spiega Flavio Merigo, dall’anno scorso presidente dell’associazione Assogasmetano in questo colloquio con Repubblica.
“La crisi ci ha colto impreparati, quando la Cina ha cominciato a comprare partite di gas naturale liquefatto a qualsiasi prezzo, mandando le quotazioni ai massimi storici in tutta Europa. E la crisi ci ha colpito nel bel mezzo della transizione energetica: giusto andare verso la riduzione delle emissioni, ma da qui al 2050 c’è una fase di passaggio da gestire con razionalità. Invece, vedo che c’è una sproporzione tra intenti dichiarati e realtà dei fatti”.
I prezzi record dell’energia si abbattono sui trasporti
Da ingegnere, Merigo parte dai numeri e dalle tecnologie per dare corpo alle sue critiche. “Trovo giusto avviarsi verso la transizione ecologica: ma bisogna anche essere intellettualmente onesti quando si parla di auto elettrica. Non si può dire che i veicoli a batteria siano a emissioni zero, perché non tutta l’energia che arriva alle colonnine di ricarica è completamente verde. Fino a quando le rinnovabili saranno prevalenti, una parte di questa energia arriverà sempre da fonte fossile o nucleare”.
Merigo, a supporto delle sue tesi, cita i dati del centro studi energetico Ember “da cui emerge che al momento nessuno paese al mondo riesce a combinare la richiesta di energia con la riduzione delle emissioni. Parliamoci chiaro, c’è una sproporzione tra le dichiarazioni di intenti e la realtà dei fatti: nei prossimi anni dovremo ancora fare i conti con una necessità di fonti fossili, perchè per decenni hanno sostenuto una economia che non si può cancellare solo con le prese di posizione di Bruxelles”.
Ma sostenendo queste posizioni, Merigo e l’associazione che presiede si prestano all’accusa di voler difendere a tutti i costi le fonti fossili con la scusa di proteggere l’industria dell’auto a metano. “Non è così – replica – perché anche noi guardiamo al futuro. L’Italia è tra i maggiori produttori al mondo di biometano, con una quota che è già arrivata al 20% nella rete dei distributori. Inoltre, possiamo contare sulla più importante rete a livello europeo per trasportarlo. Per quali motivo non dovremmo difenderlo? Anzi, un paese con una politica industriale seria farebbe di tutto per esportarlo e imporre il modello anche all’estero”.
Da qui le richieste, anche per l’immediato al governo: “Occorrono interventi di breve periodo, almeno fino a quando durerà la crisi del gas sui mercati internazionali. Così come è avvenuto per le bollette delle famiglie, perché non prevedere una sterilizzazione di una parte dell’Iva, una riduzione delle accise o un sostegno per i pedaggi autostradali. Con tutte le altre associazioni del settore ci siamo mossi”.
Tra le altre proposte, il riconoscimento dello status di Zero Emmission Vehicle dei veicoli a metano in modo da poter accedere agli stessi incentivi che ora vengono dati ai veicoli elettrici. E in prospettiva guardare alla miscela di idrogeno e metano per limitare i costi.
Di seguito il link per visualizzare l’intervista pubblicata sul Quotidiano Nazionale “La Repubblica”: https://www.repubblica.it/economia/2021/10/08/news/metano_corsa_prezzi_biometano-321276120/