Gli altissimi prezzi dell’energia, e del gas naturale in particolare, stanno falcidiando bilanci di famiglie e imprese. Diverse le misure già prese, anche per contenere le spinte inflattive. Ciononostante, la situazione resta grave e si prospetta peggiore per il prossimo autunno.
Tra i soggetti più colpiti vi sono le famiglie, prevalentemente a medio e basso reddito, che posseggono le 985 mila automobili alimentate a metano circolanti in Italia, acquistate proprio per la storica convenienza di prezzo e per i minori impatti ambientali.
A queste bisogna aggiungere le aziende che utilizzano flotte di veicoli commerciali e di autobus e, naturalmente, le imprese che il metano lo distribuiscono.
Il gas naturale per autotrazione, anche se con ritardo rispetto agli carburanti, dal 3 maggio è stato agevolato con la riduzione dell’aliquota IVA al 5 per cento e l’azzeramento dell’accisa, in vigore almeno fino al 20 settembre (come previsto dal decreto-legge 115/2022 più noto come Aiuti-Bis).
Nel frattempo, però, la situazione è ulteriormente precipitata: il prezzo del gas all’ingrosso è ormai decuplicato rispetto ai valori degli ultimi 15 anni, a cui va aggiunto il costo dell’elettricità necessaria per la compressione/erogazione del gas che è quintuplicato. Il prezzo alla pompa, nonostante l’azzeramento dei ricavi, specie nelle ultime settimane, è quasi quadruplicato, tanto che in molti impianti le vendite si sono azzerate e in altri l’erogazione è sospesa.