Nella newsletter dell’ARPA della Regione Toscana è stato pubblicato un articolo dal titolo:“Cicli di vita dei veicoli elettrici, prospettive di economia circolare”.
A noi interessa evidenziare quanto da sempre sostenuto sulla mobilità elettrica.
Riportiamo, senza alcun commento alcuni passi significativi dell’articolo:
“Se da un lato il loro utilizzo permette un abbattimento considerevole delle sostanze nocive, dall’altro i processi produttivi in cui sono coinvolti risultano tutt’altro che “green oriented” ed è proprio sulle fasi che caratterizzano il ciclo di vita dei veicoli elettrici che il rapporto si sofferma”.
“Volendo partire dalle batterie/accumulatori, elemento chiave dei veicoli elettrici, su queste gravano le energie necessarie all’estrazione dei minerali utili per la loro fabbricazione”.
“Inoltre una volta che le batterie sono realizzate ed entrano in esercizio, queste, ad oggi, sono ricaricate anche con energia elettrica derivante dal fossile”.
“Le fasi di produzione di un veicolo elettrico richiedono una vasta gamma di materie prime a confronto di quelle necessarie per la produzione di un veicolo termico”
“Quanto appena detto comporta nei siti la contaminazione delle acque sotterranee, causando inquinamento delle sorgenti di acqua potabile delle comunità locali, aumentandone l’esposizione ai rischi della radioattività ed alle malattie delle vie respiratorie”.
“Le miniere di terre rare da cui si estrae ad esempio il Disprosio ed il Neodimio, usati per la produzione di magneti dei veicoli elettrici, hanno un impatto negativo sulla salute umana”.