Il Biometano
Per biometano si intende il biogas sottoposto a opportuni trattamenti chimico fisici a seguito dei quali assume caratteristiche del tutto comparabili al gas naturale. Il Dm 5 dicembre 2013 “Modalità di incentivazione del biometano immesso nella rete del gas naturale“, ha dettato le regole per l’immissione in rete e l’utilizzo in autotrazione del biometano, inteso come “biogas che, a seguito di opportuni trattamenti chimico-fisici, soddisfa le caratteristiche fissate dall’Autorità con la delibera di cui all’articolo 20, comma 2 del decreto legislativo 3 marzo 2011 n. 28, ed è quindi idoneo alla successiva fase di compressione per l’immissione:
a) nelle reti di trasporto e di distribuzione del gas naturale;
b) in impianti di distribuzione di metano per autotrazione;
c) in impianti di cogenerazione ad alto rendimento.”
Successivamente, in data 12 febbraio 2015, l’AEEGSI, con deliberazione 46/2015/r/gas, ha impartito le “direttive per le connessioni di impianti di biometano alle reti del gas naturale e disposizioni in materia di determinazione delle quantità di biometano ammissibili agli incentivi”, individuando il GSE quale soggetto responsabile dell’attività di certificazione delle quantità di biometano incentivabile.
A sua volta il GSE ha predisposto una bozza di procedure applicative per le quali si è da poco conclusa la fase di consultazione.
Il metano per auto
L’Italia ha una lunga tradizione sull’alimentazione dei veicoli a metano. A partire dagli anni ’30, utilizzando inizialmente le risorse di gas della pianura padana, si è sviluppato un settore che consente tuttora al nostro paese di detenere la leadership tecnologica ed il primato in Europa quanto a veicoli che utilizzano questo carburante. Attualmente nel mondo circa il 65% della tecnologia di questo settore è di produzione italiana.
Per molti anni l’unica possibilità di utilizzare il metano per autotrazione è stata resa possibile dalla “trasformazione” dei veicoli dotati di motore a ciclo otto (ma oggi è possibile anche la conversione dei motori diesel). A partire dalla metà degli anni ’90 l’industria automobilistica ha iniziato ad interessarsi a questo carburante, soprattutto in virtù delle sue caratteristiche ecologiche e strategiche. Non va infatti dimenticato che il gas naturale non è un prodotto petrolifero ma anzi ne costituisce una sicura e più abbondante alternativa come fonte energetica. Attualmente nel nostro paese è disponibile una rete distributiva di 1.070 impianti stradali e un parco circolante di oltre 900.000 veicoli leggeri in costante aumento che potrebbero raddoppiare in pochi anni e circa 3.300 autobus a metano (47 Aziende di TPL). I consumi nel 2014 hanno superato il miliardo di metri cubi.
Il Biometano in autotrazione
Il biometano può essere impiegato, tal quale o miscelato in qualsiasi percentuale con il gas naturale, senza limitazioni tecniche e nessuna modifica tecnologica, nei veicoli già funzionanti a metano per il trasporto leggero e pesante, nella distribuzione urbana delle merci, nel trasporto pubblico e a breve, anche nella meccanizzazione agricola. In alternativa all’immissione in rete, esiste la possibilità che questo sia caricato e trasportato su strada con l’impiego di carri bombolai o autocisterne. Questa pratica esiste da lungo tempo nel nostro paese ed è attuata per far arrivare il gas naturale in tutte le realtà (usi civili, industriali e anche autotrazione) attualmente non ancora servite dai metanodotti, oppure per interventi sostitutivi in caso di emergenza o manutenzione delle reti. È inoltre possibile il trasporto allo stato liquido con autocisterne criogeniche, come già avviene per il GNL. Per questo occorre un impianto di liquefazione (small liquifier) presso il produttore. Con il parco circolante di veicoli a metano più numeroso d’Europa, già perfettamente idoneo all’utilizzo di questo combustibile, il biometano si evidenzia come unico biocarburante di produzione nazionale per il raggiungimento degli obiettivi comunitari, che prevedono l’obbligo del 10% al 2020.
In proposito, con il DM 10 ottobre 2014 «Aggiornamento delle condizioni, dei criteri e delle modalità di attuazione dell’obbligo di immissione in consumo di biocarburanti compresi quelli avanzati.», il nostro Paese è stato uno dei primi al mondo ad introdurre un obbligo per i biocarburanti avanzati, a partire dal 2018. Tali biocarburanti, prodotti con materie prime di cui all’Allegato 3 – Parte A. Materie prime e carburanti che danno origine a biocarburanti contabilizzabili come avanzati, vedono oggi il biometano come l’unico biocarburante avanzato, interamente nazionale, che ha i numeri per garantire i quantitativi necessari all’assolvimento delle nuove quote d’obbligo. Si stima che, con una produzione di poco più di 600 milioni di metri cubi, sarebbe possibile coprire interamente la quota di biocarburanti avanzati (a regime, nel 2022, pari al 2% del totale carburanti liquidi). Considerando che il settore italiano del biogas è il terzo al mondo, dopo Cina e Germania, e produce già 1,8 miliardi di mc. di biometano equivalente, il target di cui sopra sarebbe già ampiamente raggiungibile, utilizzando circa metà dell’attuale parco circolante a metano. Infatti il nostro Paese è l’unico in Europa ad avere le condizioni ideali (parco circolante, rete distributiva e consumi, in costante aumento), necessarie per l’impiego massivo di biometano quale biocarburante, anche di seconda generazione.
Previsioni
Affinché le prospettive accennate si possano concretizzare occorrono ancora alcuni passaggi.
Deve essere completato il quadro normativo e regolatorio, compresa la complessa questione degli incentivi. L’ultimo passaggio spetta al GSE che dovrebbe emanare le direttive nei prossimi mesi, soprattutto per la questione relativa a incentivi e CIC (certificati di immissione in consumo di biocarburanti).
Dovranno anche essere definiti alcuni passaggi tecnici per l’immissione in rete, ad esempio in merito all’odorizzazione del biometano, in caso di reti di distribuzione.
Allo stesso tempo però potrà già avere inizio la produzione e la commercializzazione del biometano per autotrazione, distribuito direttamente a mezzo carri bombolai/carri cisterna, in forma di CNG o LNG, evitando il passaggio nei metanodotti. Allo stato si prevede che entro l’anno potranno partire le prime autorizzazioni, e con tutta probabilità l’autotrazione sarà il primo settore di impiego su scala per il biometano italiano.
Roberto Tozzoli ASSOGASMETANO