Il 22 Novembre 2017. si è tenuta a Roma presso la sede dell’Aci l’annuale “Conferenza del Traffico e della Circolazione”, arrivata alla sua settantaduesima edizione, che quest’anno ha trattato il tema “Quali energie muoveranno l’automobile“.
Fra i relatori è stato invitato a partecipare anche il nostro Presidente Vettori, che nell’occasione ha rappresentato oltre che Assogasmetano, anche Anigas.
Fra gli autorevoli relatori anche il Prof. Macchi del politecnico di Milano, il Dott. Furfari della Direzione Generale Energia della Commissione Europea e il Dott. Clò, ex ministro dell’Industria, direttore di Nomisma e della rivista Energia.
Dopo gli interventi di relatori è seguito un dibattito moderato dal noto giornalista Nicola Porro dove, fra gli altri, oltre a Vettori, sono intervenuti il presidente dell’Enea, dell’Unione Petrolifera e rappresentanti di Snam e Fca.
Ovviamente la questione di fondo si è incentrata sulla attuale situazione energetica con riferimento alla mobilità, agli attuali carburanti di origine fossile e al ruolo che si vorrebbe dare alla trazione elettrica, per cogliere gli obiettivi di decarbonizzazione.
Le domande poste sono state: un processo di sostituzione dei carburanti tradizionali che tempi, che costi comporterà e quale efficienza potrà avere?
Sostanzialmente è emerso, tranne ovviamente il rappresentante di RSE, Besseghini, fautore della mobilità elettrica, che la transizione verso l’elettrico non potrà essere così agevole come qualcuno cerca di convincerci.
Che i carburanti fossili rappresentano ancora l’90 % della domanda di energia per la mobilità che continuerà a crescere, che la tecnologia motoristica attuale e futura porterà ad ulteriori e significativi miglioramenti sul piano delle emissioni. Il gas metano sarà in ulteriore sviluppo (le riserve mondiali sono in costante aumento).
Insomma è sostanzialmente emerso che ancora per molto tempo la mobilità elettrica non sarà la soluzione per la de carbonizzazione e che i veicoli elettrici sono gravati per circa l’80 % dal peso dalle batterie. Qualcuno ha sottolineato che per la mobilità elettrica “si sente odore di incentivi”, che poi andranno pagati in bolletta. A livello globale poi un eventuale forte sviluppo della energia elettrica per far fronte ad una massiccia mobilità non potrà contare più di tanto sulle rinnovabili ma dipenderà essenzialmente dal nucleare, la cui produzione dovrebbe aumentare del 135 %.
Il nostro Presidente nel suo intervento, nel rappresentare i vantaggi sicuri, immediati, provati della mobilità a gas, che è un patrimonio del nostro paese e che vale diversi miliardi di euro (e che oggi “qualcuno” vorrebbe sostituire o fare sparire), nel riferirsi al quadro generale, in particolare dell’Italia, ha ripreso il concetto della “evolution” che non deve diventare una “r-evolution”, con il rischio di farci del male dilapidando un patrimonio costruito in 50 anni a spese degli operatori, patrimonio che oggi appartiene al Paese.
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